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lunedì 31 dicembre 2012

ADDIO 2012

Vi auguro buon anno sperando che il 2013 non sia così... ben sapendo che sarà anche peggio.

Nell'anno '99 di nostra vita
io, Francesco Guccini, eterno studente
perché la materia di studio sarebbe infinita
e soprattutto perché so di non sapere niente,
io, chierico vagante, bandito di strada,
io, non artista, solo piccolo baccelliere,
perché, per colpa d'altri, vada come vada,
a volte mi vergogno di fare il mio mestiere,
io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite,
riflettori e paillettes delle televisioni,
alle urla scomposte di politicanti professionisti,
a quelle vostre glorie vuote da coglioni
E dico addio al mondo inventato del villaggio globale,
alle diete per mantenersi in forma smagliante
a chi parla sempre di un futuro trionfale
e ad ogni impresa di questo secolo trionfante,
alle magie di moda delle religioni orientali
che da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero,
ai personaggi cicaleggianti dei talk-show
che squittiscono ad ogni ora un nuovo "vero"
alle futilità pettegole sui calciatori miliardari,
alle loro modelle senza umanità
alle sempiterne belle in gara sui calendari,
a chi dimentica o ignora l'umiltà
Io, figlio d'una casalinga e di un impiegato,
cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna
che sapevano Dante a memoria e improvvisavano di poesia,
io, tirato su a castagne ed ad erba spagna,
io, sempre un momento fa campagnolo inurbato,
due soldi d'elementari ed uno d'università,
ma sempre il pensiero a quel paese mai scordato
dove ritrovo anche oggi quattro soldi di civiltà
Io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito,
a chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia
o sceglie a caso per i tiramenti del momento
curando però sempre di riempirsi la pancia
e dico addio alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati,
ai ceroni ed ai parrucchini per signore,
alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati,
al mondo fatto di ruffiani e di puttane a ore,
a chi si dichiara di sinistra e democratico
però è amico di tutti perché non si sa mai,
e poi anche chi è di destra ha i suoi pregi e gli è simpatico
ed è anche fondamentalista per evitare guai
a questo orizzonte di affaristi e d'imbroglioni
fatto di nebbia, pieno di sembrare,
ricolmo di nani, ballerine e canzoni,
di lotterie, l'unica fede il cui sperare
Nell'anno '99 di nostra vita
io, giullare da niente, ma indignato,
anch'io qui canto con parola sfinita,
con un ruggito che diventa belato,
ma a te dedico queste parole da poco
che sottendono solo un vizio antico
sperando però che tu non le prenda come un gioco,
tu, ipocrita uditore, mio simile,
mio amico


Francesco Guccini

sabato 29 dicembre 2012

TRAINSPOTTING - IRVINE WELSH

Edito in Italia da Guanda nel 1996

E' strano a pensarci; Trainspotting di Danny Boyle è uno dei miei film preferiti, adoro leggere, posseggo l'omonimo libro scritto da Welsh ormai da parecchio, eppure non mi è mai passato per l'anticamera del cervello di leggerlo.

Finalmente ho rimediato e, lasciatemelo dire, sono contento di averlo fatto. Che dire di quest'opera? Prima di tutto conferma le mie teorie sulla (magnifica) insanità mentale degli autori scozzesi (leggere la recensione de "La fabbrica delle vespe" per chiarimenti), inoltre non aspettavo di certo di trovarmi davanti a un romanzo del genere; così vicino eppure così lontano dalla pellicola che è diventata uno dei più grandi cult degli anni '90.
Ho scritto romanzo? Scusate, mi sono sbagliato; Traispotting è più una raccolta di racconti sconnessi tra loro e riuniti insieme soltanto da un flebilissimo filo narrativo. In questo libro non esiste linearità, l'autore decide saggiamente di non spiattellarci i fatti e le psicologie dei personaggi subito, lo fa invece in piccole dose facendo crescere dentro di noi la voglia di saperne di più. Bisognerà leggere tutti e sette i macro-capitoli (ognuno dei quali diviso in diversi capitoli/racconti) per farsi finalmente un quadro davvero generale della vicenda. E' stupefacente accorgersi che, nonostante quasi tutti i racconti siano agevolmente leggibili singolarmente in quanto scollegati, non ci si sentirà appagati fino all'ultima storia.

Ogni capitolo/racconto è narrato da un personaggio differente (in particolare Rent, Spud, Begbie e Sick Boy. Ma anche da altri mai apparsi nel film) con uno stile narrativo personalizzato: dopo qualche momento di incertezza impareremo a riconoscere subito i buffi intercalari di Spud ("non per dire" "capito gattone"), il linguaggio logorroico e sboccato del manesco Begbie e così via. Raramente c'è invece una voce narrante in terza persona.
Nelle pagine del libro viene descritta la vita ai margini di alcuni giovani di Edimburgo, molti di loro sono eroinomani e praticamente tutti vivono ai limiti della legalità. Qualcuno morirà, altri riusciranno a uscirne solo per rimanere invischiati in altri orrori, forse peggiori della più terribile droga (il capitolo "Sangue marcio" vi farà rabbrividire. Credo abbia fatto rabbrividire persino l'autore, che ha optato per un finale relativamente conciliante). Welsh sembra quasi che si diverta a infrangere i tabù della cultura occidentale moderna, spingendo sull'acceleratore quasi fino all'irrealtà. Ma, come spesso possiamo leggere sui quotidiani, niente è troppo per questo mondo marcio e malato. Si va quindi dalla morte di bambini, all'uccisione di poveri cani, al sesso con giovani vedove incinte e con minorenni vogliose, allo stupro di una povera ragazza da parte di un sieropositivo e le sue tremende conseguenze (tra le più belle e terribili storie che abbia mai letto in vita mia), agli effetti dell'eroina sul corpo umano. A volte la scrittura (sempre ottima) diventa più distesa e ironica, abbandonando un po' gli altissimi livelli di cinismo che caratterizzano il libro.
L'unica nota lievemente stonata riguarda il finale. Mi ha convinto molto di più quello cinematografico, ma credo che questo si debba imputare più alla bravura del regista Boyle che a una mancanza dello scrittore Welsh.
Credo l'abbiate capito: se siete persone impressionabili, fareste meglio a leggere qualcos'altro. Non lo dico per dire, alcuni passaggi di quest' opera narrativa  hanno impressionato anche me che non sono certo di primo pelo riguardo a letture "al limite". Pensate che non è riuscito a vincere il Premio Booker (una sorta di premio Strega per i paesi del Commonwhealt) dove era favoritissimo, per: "aver offeso la sensibilità di due dei giudici".
Se conosco il personaggio, Welsh si sarà fatto una sonora risata sulla sensibilità di quelle persone ed è giusto che sia così. Quest'uomo ha una grandissima dose di talento ed è giusto che la faccia conoscere al pubblico senza preoccuparsi di offendere nessuno. (Un po' come Tarantino, accusato da molti di essere razzista perché fa dire spesso ai personaggi dei suoi film la parola negro). La scrittura, come tutte le altre arti, ha il diritto, anzi, il dovere di essere libera da ogni vincolo e paletto. Poi sta al lettore trarre le sue conclusioni.

Io dalla mia consiglio alla grande questo libro, pur capendo che non è un lavoro adatto a tutti. Però non credo che gli amanti dei libri alla Moccia (quelli sì, davvero squallidi e diseducativi) possano incappare in quest'opera.

Dallo stesso autore: I segreti erotici dei grandi chefSkagboys

ALTRI LIBRI RECENSITI

lunedì 24 dicembre 2012

BUON ANALE

BUON ANALE A TUTTI I LOR SIGNORI!
(vista l'attuale situazione nazionale, tocca adeguarsi)


venerdì 21 dicembre 2012

GRANDI FILM SOTTOVALUTATI (22) - LA PARTE DEGLI ANGELI

LA PARTE DEGLI ANGELI
Anno - 2012
Genere - Drammatico/commedia
Provenienza - GB/Francia
Regia - Ken Loach

Un gruppetto di piccoli delinquenti di Glasgow viene condannato a fare delle ore di servizi sociali. Faranno amicizia col loro supervisore Rhino (William Ruane) che li inizia alla passione per il whisky scozzese. Quattro del gruppo, tra cui Robbie (Paul Brannigan) ragazzo padre, decidono di mettere a segno un colpo audace: rubare una botte che contiene del rarissimo whisky dal valore inestimabile.

Solo apparente disimpegnato, questo film di Ken Loach colpisce nel segno. La storia vuole essere una commedia ma, a parte i primissimi minuti dove si vede come i protagonisti siano riusciti a mettersi nei guai (divertentissima la scena del treno), il film si getta a piene mani nel dramma di una generazione dalla vita molto difficile e dagli sbocchi incerti. Il protagonista Robbie, aspetta un figlio dalla sua compagna e vorrebbe dare al suo piccolo un'infanzia migliore di quella che ha avuto lui, capisce però che le cose non saranno così semplici: "Con questa faccia piena di cicatrici non solo non riesco ad arrivare a un lavoro. Non riesco ad arrivare a un colloquio di lavoro." dirà furente al suo nuovo mentore Rhino. In più una vecchia faida familiare lo fa sprofondare sempre di più in una vita gretta e inutile, tanto da fargli desiderare di abbandonare compagna e figlio per dare a loro la possibilità di una vita tranquilla.
La parte più smaccatamente comica (ma anche di tensione) avverrà nel secondo tempo, con i ragazzi intenti a escogitare un modo per fare soldi. La possibile riscossa avverrà proprio grazie a una sostanza che a volte (ma non sempre... vediamo di non fare i moralisti) contribuisce a sprofondare ancora di più i poveretti nella melma: l'alcool. 
Il quartetto dei ragazzi è ben descritto e assortito; oltre Robbie spunta Albert (Gary Maitland) simpatico rincoglionito che veicola  le parti più divertenti. Da antologia la scena in cui gli altri gli fanno credere che la Monna Lisa e Albert Einstein sono fratelli, o quella dove esclama: "Che cazzo è quella roba?" e quando gli fanno notale che -quella roba- è il famoso castello di Edimburgo, risponde perplesso: "Perché cazzo l'hanno costruito lassù?".  . 
Può sembrare una comicità sempliciotta, ma non è così. Nel film funziona alla grande e fa perfettamente da contraltare a una prima parte più lenta e seriosa, rendendo la pellicola perfetta per ridere ma che fa anche riflettere.

Ken Loach descrive un'umanità che, nonostante tutto, preferisce non abbandonare una speranza di rivalsa. Dove gli ultimi possono arrivare primi senza che nessuno se lo possa aspettare: "Dai, facciamolo (il colpo). Siamo dei morti di fame, chi sospetterà mai di noi?" dice la ladruncola Mo (Jasmin Riggins). Non ha tutti i torti: chi mai si aspetterebbe che loro possano gabbare i primi della società, quelli che si possono permettere di sborsare più di un milione di sterline per qualche bottiglia di whisky.
Il colpo riuscirà? Ci saranno problemi? Questo dovreste scoprirlo voi andando al cinema a vederlo. ah già, probabilmente non ci riuscirete visto che il film è uscito in quattro sale in croce, come ho già spiegato qui.  Beh, io ho avuto fortuna è ho trovato in piccolo cinema che lo dava. Vi auguro la stessa fortuna, perché il film merita davvero tanto.

ALTRI FILM RECENSITI

lunedì 17 dicembre 2012

LIBRI, LO HOBBIT, INCAZZATURE, DIVERTIMENTO

In principio volevo fare la recensione de: "Lo hobbit - Un viaggio inaspettato", poi ho preferito non farla. Un po' perché preferisco recensire film relativamente sconosciuti, un po' perché, a distanza di parecchie ore dalla visione, non ho ancora capito se il film mi è piaciuto o no. Quindi in mezzo alle vicende di elfi, hobbit e nani (tanti nani), metterò un po' di cazzi miei e vi racconterò la mia domenica.


Tutto è iniziato alle 18:00 di ieri, domenica 16 Dicembre. Chi mi conosce o frequenta il blog , sa bene quanto ami la birra, il buon cibo e la letteratura, beh, ieri presso l'irish pub Connemara di Marzocca (AN) era previsto un "aperitivo letterario". Cos'è un aperitivo letterario? Si beve, si mangia e viene presentato un libro. Non posso non fiondarmi lì, anche perché conosco (e apprezzo) sia il pub, sia il romanzo in presentazione: "FERRO 7" del promettentissimo autore romano di fantascienza Francesco Troccoli. (Che poi, come faccia un autore romano a finire a Marzocca me lo devono spiegare... comunque complimenti vivissimi). Come detto, prendo il mio libro per l'immancabile autografo, acchiappo la mia ragazza e corro in quel di Marzocca. Appena arrivo vedo Francesco (che conosco grazie ai tanti blog e forum letterari sparsi per internet) intento a fumarsi una sigaretta e a parlottare con un paio di ragazzi. Gli rompo i coglioni? Non glieli rompo? Decido di mantenerglieli integri e mi accendo anch'io una sigaretta a debita distanza, finché non entra. Fuori è un freddo cane, così entriamo anche noi a farci un paio di birre. Il posto è come sempre accogliente, la birra è buona e il cibo è ottimo, abbondante e semplice (davvero, complimenti allo chef). Saluto Francesco che è contento di vedermi e mi fiondo sul cibo. Sono intento a gustarmi fagioli e salsicce quando Troccoli inizia a snocciolare brani presi dal suo Ferro sette. Mi dico che mangiare in un momento come quello è da grezzi e lascio cadere la forchettina di plastica, dopo due secondi la afferro di nuovo e riprendo a ingozzarmi e a bere ottima birra irlandese (sono sensibile all'arte, molto di più alla panza). Alla lettura dell'ultimo segmento sono già alla seconda birra (italiana questa volta, giusto per non fare torto a nessuno). Naturalmente si inizia a chiacchierare con l'autore, ed è una bella chiacchierata: vengo a sapere del suo passato, delle sue esperienze, dei suoi sogni e capisco che tutte le sue esperienze pregresse sono state fondamentali per scrivere quel romanzo (che consiglio caldamente). Ho la pancia piena, anche la seconda birra è finita, capisco che per sentirsi bene non serve molto; a volte basta un bel locale e un ottimo oratore. Finita la presentazione mi presento da lui per l'immancabile autografo. Una bella stretta di mano, una firma con dedica e la promessa di rivedersi per il suo secondo lavoro (che uscirà a maggio), poi via! E' tardi! Lo hobbit ci aspetta!


Piccola precisazione: Io non volevo andare a vedere "Lo hobbit", non ieri almeno. Io volevo andare a vedere "La parte degli angeli" una commedia impegnata scozzese, premiata a Cannes e che giudico estremamente promettente. Niente da fare: il film è uscito il 13 Dicembre in sole 31 sale italiane... nessuna nelle Marche. Poi dicono di non scaricare illegalmente, di rispettare l'arte e bla bla bla. Credo che rispettare l'arte (qualunque arte) sia molto più semplice all'estero che in Italia. D'accordo che sotto natale ci sono duemila titoli in uscita, d'accordo tutto... ma se metà dei multisala sono intenti a vendere solo De Sica, poi non ci si lamenti che molta gente diserta le sale e preferisca un file pirata. Ci sono molti coglioni in questo paese, ma voglio pensare che tanti altri conservino ancora qualche traccia neuronale. Va bé, niente commedia scozzese, vada per Tolkien.

Non vado mai (e ripeto... MAI!) a vedere film in 3D, grazie a un mio amico ho gli appositi occhialetti nel taschino della giaccia. La mia ragazza l'ha fregati al fratello, quindi siamo a posto. Al modico prezzo di 10,50 eurazzi (andate a morì mazzati) ci sediamo accanto a frotte di nerds brufolosi, già in erezione per la possibilità  di rivedere Gandalf, Bilbo e "compagnia" bella (un livello ormonale in sala che youporn se lo sogna). Dopo ere geologiche passate a "gustarsi" pubblicità e trailer di film quantomeno discutibili, ecco che inizia lo spettacolo.  Ora, se fossi serio, cercherei di dare un'impronta da recensore, ma come detto non ne sarei capace per questo film che non riesco ancora a capire se mi sia piaciuto o meno. Al massimo posso trascrivervi qualche sensazione che ho avuto durante la visione: 1)TROPPO LUNGO: Il signore degli anelli è una storia lunga più di mille pagine; facile farne tre film da più di tre ore ciascuno. Lo hobbit è molto più breve, quindi per arrivare al minutaggio desiderato da Jackson è inevitabile allungare troppo la zuppa. Molte scene inutili (sopratutto all'inizio). 2)IL 3D: Già il film è lungo, col 3D lo si fa diventare anche troppo pesante da visionare. Io non sono abituato a portare gli occhiali, neanche quelli da vista o da sole, quindi ogni venti minuti dovevo levarmi quegli scomodi orpelli nasali. Magari è un problema più soggettivo che oggettivo, ma il 3D mi impedisce di abbandonarmi alla visione di un film... a pensarci bene è proprio l'inverso di quello che dovrebbe fare. 3) GLI EFFETTI SPECIALI: Su questo poco da ridire. Già erano fantastici quelli de "Il signore degli anelli", figuratevi come possono essere quelli girati con una tecnologia di dieci anni più futurista. 4)I PERSONAGGI: I nani non mi hanno esaltato. C'è davvero poca caratterizzazione in quei personaggi, certo, erano in tredici quindi non era facile approfondirli, ma non ho provato grandi emozioni vedendoli...né positive né negative. Nada de nada! Sui personaggi già conosciuti nei film precedenti il discorso è diverso: Gandalf sempre in gran forma, Bilbo sempre simpatico e Gollum sempre un gran figo sclerato (e anche un po' triste nella sua dipendenza dall'anello). Per quanto riguarda gli antagonisti, devo dire che mi convincevano molto di più quelli della vecchia trilogia. Questi nuovi sono troppo cartooneschi per i miei gusti (vedere i 3 goblin o l'orco che sembra avere uno scroto al posto del mento) Tra l'altro muoiono tutti come mezze seghe. Del drago invece si è visto troppo poco per dare giudizi. Per carità, il libro fu scritto come una favola per bambini, ma un po' di cattiveria in più non sarebbe guastata. 5)LA STORIA: Bella, troppo allungata (per motivi di guadagno...off course) e abbastanza fedele al libro. Con tutti i suoi difetti non mi sono pentito di averlo visto. La terra di mezzo è sempre la terra di mezzo.

Ci sarebbe altro da scrivere ma me la finisco qua. Nonostante qualche piccola delusione, un ottimo weekend che, per una volta, contraddice l'omonima canzone degli 883.

giovedì 13 dicembre 2012

QUESTO FILM DI MERDA HA AVUTO SUCCESSO?


Non sono uno di quegli insopportabili soggetti per cui ogni film che abbia avuto un considerevole successo al botteghino sia da buttare. Molti grandi (e costosi) film hanno avuto un meritato successo. Certo, molti altri non ne hanno avuto, ma per questo ho già una lista apposita qui che raccoglie quelli che, secondo me, avrebbero meritato una più ampia diffusione. Con lo stesso criterio posso affermare che non tutti i film fatti con quattro soldi siano dei capolavori visionari solo perché evitano di usare effetti speciali futuristici o cazzatelle varie. Pur amando l'underground cerco di essere obiettivo e se vedo un bel film me ne frego se sia stato prodotto da una major o da una casa di produzione indipendente, però ci sono delle volte in cui, uscito dal cinema, non ho potuto fare a meno di esclamare: "Questo film di merda ha avuto successo? Ma in che cazzo di mondo vivo!" 
Ecco quindi una breve lista di pellicole che mi hanno fatto pentire della spesa del biglietto e deluso maggiormente le mie aspettative. E' ovvio che questa lista è personale, magari non sarete d'accordo con le mie scelte. Il bello dei gusti è che sono soggettivi.
PS: sono presenti solo film molto moderni, perché sono quelli la cui visione brucia di più.

AVATAR: Per carità, grandi effetti speciali... ma la storia? Una volta abituati alle meraviglie di Pandora, resta un film piccolo piccolo, dove il finale si può intuire sin dai primi minuti. La sceneggiatura è una goffa ricopiatura di milioni di altri lavori precedenti, i personaggi umani sono stereotipati all'estremo e quei cazzo di gatti alieni (o quello che madonna sono) dovrebbero far riflettere sull'importanza dell'ecologismo e dell'attaccamento alla propria terra, ma a me sono risultati così finti e antipatici che ho fatto il tifo per i militari dall'inizio alla fine. "ABBATTETE QUEL CAZZO DI ALBERO, COSI' FORSE I GATTONI BLU SI LEVANO DALLA FACCIA QUELLA SMORFIA LEZIOSA!!!" L'albero l'hanno abbattuto, ma la leziosità è rimasta. Pensare che questo è il film che più ha incassato nella storia del cinema mi fa ammattire, meglio sarebbe stato se si fosse trattato di una sorta di "fantadocumentario" senza trama specifica. Così ci saremmo visti qualche bel panorama, alcuni strani animali alieni e tutto sarebbe finito lì. PS: Avatar a parte, il 3D sta facendo molta fatica a sfondare; meglio così, almeno non mi devo sorbire mal di testa e aumento del costo del biglietto ogni volta che vado al cinema.
INCASSO TOTALE: 2,5 miliardi di dollari

INCEPTION: Ogni volta che mi capita di parlare (male) di questo film, i miei interlocutori rispondono sempre alla stessa maniera: "Ma che dici? E' bellissimo.". Quando poi faccio presente che il film in questione non ha il minimo senso a livello di script, non può mancare la classica: "Secondo me non ti piace perché non hai capito nulla." Volete sapere una cosa, cari amici interlocutori? Sì, è vero non c'ho capito una mazza! Questo perché non c'è nulla da capire visto che questo film non ha il minimo senso. E volete sapere un'altra cosa? Non ci avete capito una mazza neanche voi, visto che nessuno ha mai saputo spiegarmi di cosa trattasse la pellicola (di solito dopo la parola "onirico" si fermano a pensare perplessi e perdono il filo del ragionamento). Non sono contro le sceneggiature contorte, complicate o ermetiche: qualche hanno fa ho visto "Memento" (quello sì, complicatissimo ) e l'ho apprezzato. Questo perché, nonostante l'estrema difficoltà di comprensione, c'è una storia di fondo. Sono sicuro che molti dei fan di Inception non hanno capito assolutamente nulla della trama (?), ma per non passare da buzzurri hanno gridato al miracolo cinematografico. L'unica cosa che salvo sono gli effetti speciali e in parte la recitazione, per il resto lo considero il film più sopravvalutato dell'universo.
INCASSO TOTALE: 825 milioni di dollari

TWILIGHT: Parlo del primo della serie e non ricordo se abbia un titolo specifico, ma di certo non ho voglia di controllare: certo, qua mi dovevo aspettare l'ecatombe, e difatti me l'aspettavo (anche se non a questi livelli). A mia discolpa, il film l'ho visto in DVD (originale, ma non mio) e non ho speso i soldi per il cinema. Che dire di questo film sui vampiri più ridicoli del creato... beh, che è il film con i vampiri più ridicoli del creato, ovvio. 'Sti cagazzi luccicanti che non bevono sangue umano sono terribilmente insopportabili, anche per il fatto che gli attori recitano da cane. Sulla protagonista (Bella, o come cavolo si chiama) sarebbe meglio non parlare, sopratutto perché la sua recitazione raggiungeva picchi di cagneria tale che il mio cervello ha preferito cancellarla dai miei ricordi per autoproteggersi (questo spiega anche tutte le mie dimenticanze). Se non avete mai visto un film di vampiri e volete iniziare con questo, beh, e come se non aveste mai mangiato carne in vita vostra e volete iniziare con una bistecca di tofu. Entrambi non c'entrano un cazzo con quello che vogliono ricordare.
INCASSO TOTALE: 385 milioni di dollari

QUALUNQUEMENTE: Qui la delusione è stata assoluta. Non c'è niente da fare, Albanese è un buon attore di teatro, ma al cinema ha fatto solo disastri. L'idea era fenomenale, sopratutto visto le disavventure politiche di questo assurdo paese, ma sono state solo promesse al vento. La recitazione era da oratorio e le scenette sembravano più involontariamente ridicole che divertenti. Le uniche che si salvavano dal piattume generale erano quelle della ricevuta fiscale e quella del figlio mandato in galera per colpa di Cetto. Scene divertenti, ma che non tengono a galla un film pessimo all'ennesima potenza. Come se non bastasse ho trovato la sceneggiatura troppo cauta nel sbeffeggiare la situazione politica odierna. Insomma si è osato troppo poco e quelle poche volte in cui ci si è spinti un po' più in là, lo si è fatto male. Davvero una delusione.
INCASSO TOTALE: 15,3 milioni di euro


IL CODICE DA VINCI: Il libro era una tamarrata divertente, il film è stato una tamarrata e basta. Mai visto un Tom Hanks così fuori forma (non solo per la panza, sopratutto per le sue indubbie capacità attoriali qui in vacanza), la Tautou è il fantasma di se stessa. Dove sia finita la bravissima protagonista de: "Il favoloso mondo di Amelie" rimane tutt'ora un mistero. La sceneggiatura segue abbastanza fedelmente il libro di Dan Brown ma quello che ti prendeva leggendo, non riesce a fare la stessa cosa osservando. Molto strano che un libro sia di maggior intrattenimento rispetto a un omonimo film. 
INCASSO TOTALE: 758 milioni di dollari

QUALUNQUE CINEPANETTONE: Credo di averne visto uno in tutta la mia vita. Mi basta. Non voglio parlarne e non ne parlerò. Sono la prima causa della morte del cinema italiano.
INCASSO TOTALE: Per il mio bene è meglio che non lo sappia.


lunedì 10 dicembre 2012

IL CERCHIO CAPOVOLTO

In passato ho già parlato di questa piccola ma ottima casa editrice pugliese che risponde al nome: " I sognatori". Ottimo esempio di come si possano pubblicare opere di qualità pur in mancanza di risalto mediatico e di contributi richiesti agli autori (anzi, forse proprio per questo).
Come avrete capito ammiro molto questa realtà editoriale che punta tutto sulla qualità dei testi e della fantasia. Immaginate quindi la mia sorpresa quando ho scoperto di essere stato selezionato per una loro antologia di prossima pubblicazione, con il mio racconto "Un posto sporco, illuminato male" che riprende il titolo di un racconto breve di quel gran genio che era Hernest Hemingway: "Un posto pulito, illuminato bene". Come è ovvio, non voglio paragonarmi al maestro (anzi, spero non si stia rigirando nella tomba), tra l'altro la mia storia non ha niente a che vedere con quella di Hemingway se non che entrambe sono ambientate in un bar.

Non dico altro per il momento, mi limito soltanto a fare i complimenti a me stesso e sopratutto agli altri concorrenti selezionati che potrete leggere a questo link. Tra tutti i nomi spicca anche quello di Sergio Oricci di cui ho già recensito il bel romanzo: "Gioie e sapori". Curiosamente il titolo del suo racconto è abbastanza simile al mio: "Il posto più scomodo". Beh, conoscendo la sua bravura lo prendo come un segno positivo del fato.

venerdì 7 dicembre 2012

GRANDI FILM SOTTOVALUTATI (21) - BLACK DEATH

BLACK DEATH
ANNO - 2010
GENERE - Storico/Drammatico
PROVENIENZA - Gran Bretagna/Germania
REGIA - Christopher Smith

Anno del Signore 1347, la peste nera flagella l'Europa decimandone gli abitanti. Una piccola delegazione di guerrieri viene inviata dal vescovo per indagare su un villaggio sperduto in mezzo a una palude. Il villaggio sembra immune al contagio grazie all'opera di un fantomatico negromante al servizio di satana. Ad accompagnare gli uomini ci penserà un giovane frate segretamente innamorato di una ragazza scappata dalla città e diretta proprio in quei luoghi. Saranno cazzi amari per tutti!

Nell'ultima frase della trama ho cercato di buttarla sul ridere, forse per esorcizzare la crudezza e la seriosità di questo bellissimo e intelligente film.
Quando si parla di presunta magia nera o di inquisitori è estremamente facile cadere nei molti clichè del genere (monaci con lo sguardo vitreo, camere di tortura, donne mezze nude, demoni di vario genere etc). In Black Death questa cosa non succede e, lasciatemelo dire, è una vera fortuna. Ma andiamo con ordine:
Il film, girato con un budget ridotto all'osso, è un ottimo connubio di buona regia e prove attoriali solide e credibili; raramente mi è capitato di vedere una pellicola dove tutti gli attori sembrano adattarsi in maniera perfetta al proprio ruolo. Il capo della delegazione, Ulric (l'attore Sean Bean, il Boromir della Compagnia dell'anello) è costruito in modo magistrale e nonostante la sua cieca e fermissima devozione in Dio, la psicologia sfaccettata del personaggio ce lo fa sembrare solo e tormentato più che gretto o malvagio. Anche il giovane monaco Osmund (Eddie Redmayne) è credibile nel suo ruolo di novizio impacciato che ama profondamente Dio (in maniera quasi moderna), ma vorrebbe vivere la sua vita con la bella Averill (Kimberley Nixon). Mi ha ricordato l'Adso de Il nome della rosa, ma qui il personaggio è ancora più complesso e riuscito (Ovviamente mi riferisco al film e non all'inarrivabile libro di Umberto Eco). Anche i comprimari si difendono bene: il burbero Mold (interpretato dall'ottimo Johnny Harris) forse è il personaggio più credibile di tutto il film.
Ottimi attori quindi, ma anche l'atmosfera e la regia non è affatto da meno. La scena con l'entrata dei cavalieri nel villaggio è epica (non saprei come altro definirla) nella sua semplicità. Subito si respira un'aria malsana, ma non si capisce se essa provenga dal villaggio o dal manipolo di uomini che si appresta a compiervi una strage. Qui facciamo la conoscenza della conturbante e sensuale Langiva (Carice van Houte), che sembra comandare l'intero villaggio e cura Osmund da una brutta ferita al costato. E' lei la strega? E se anche lo fosse, è davvero malvagia? Il film gioca con questo dubbio, un dubbio che, a pensarci bene, resterà incerto fino alla fine. 
Vorrei scrivere di più, ma ho paura di rivelare parti importanti e farvi così passare la voglia di vedere questa opera d'arte. Sarebbe un errore imperdonabile, questo film (da noi passato scandalosamente solo in DVD) non è un film che prova a essere intelligente. Questo film E' intelligente e, cosa più importante, ti costringe a pensare su un argomento sul quale molti di noi ragionano per partito preso: chi dalla parte della religione, chi contro. Magari fosse così facile, magari fosse tanto semplice separare il bene dal male. 
Già, il bene... Dov’è il bene in questa pellicola? Forse non c’è, forse il bene non è più proprio dell’uomo. Un uomo che, qualunque cosa faccia, riesce a tirare fuori solo la parte più negativa ed egoista di sé, persino nel gesto d’amore più grande che possa compiere. In questo, cristiani, pagani o atei non sono per nulla diversi.

PS - Finale che in cinismo rivaleggia con the mist. Gli amanti dell'happy ending sono avvertiti

ALTRI FILM RECENSITI.

mercoledì 5 dicembre 2012

LO STREGOSCAR 2012

Evvai... è un anno che ho aperto il blog! Squillino le trombe e ogni altro strumento a fiato! Apriamo il Tavernello infilato di nascosto in una bottigliona di champagne (c'è la crisi) e facciamo un bel brindisi all'anno che sta terminando.
Ok, basta, stop. Visto che il Tavernello fa schifo pure per cucinare, rimettiamo i calici di plastica (su cui ognuno ha scritto il proprio nome col pennarello) sul tavolo e parliamo di cose serie (?!?).
Siccome questo è un blog che parla e recensisce film e libri (che novità), ho pensato di dare un premio (fittizio... c'è la crisi) al miglior libro e al miglior film che ho recensito quest'anno. A dire la verità le categorie saranno 3:
Categoria libri pubblicati dalla grande editoria
Categoria libri pubblicati dalla piccola e media editoria (chi frequenta il mio blog sa bene quanto ci tenga a dare risalto a quest'ultimi)
Categoria film.

In pratica sarà come agli Oscar: ogni categoria avrà cinque nomination e alla fine uno solo per categoria sarà nominato vincitore, mentre gli altri verranno macchiati d'infamia per sempre e probabilmente finiranno per morire alcolizzati in qualche topaia.

Bene, mi sembra tutto chiaro, per cui bando alle ciance e incominciamo. (PS: se cliccate sopra il titolo dell'opera, andrete alla pagina della recensione)

CATEGORIA - LIBRI PUBBLICATI DALLA GRANDE EDITORIA:
1) 22/11/63 - STEPHEN KING - edito da Sperling & Kupfer
2) BATTLE ROYALE - KOUSHUN TAKAMI edito da Mondadori
3) IL POTERE DEL CANE - DON WISLOW edito da Einaudi
4)LA FABBRICA DELLE VESPE - IAIN BANKS edito da Fanucci (e da MEridiano zero)
5)LA LEGGENDA DEL VENTO - STEPHEN KING edito da Sperling & Kupfer

AND THE WINNER IS...
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IL POTERE DEL CANE - DON WISLOW!!!

I miei complimenti a uno dei più bei thriller che abbia mai letto in vita mia. Questo romanzo ha saputo prendermi come pochi altri prima di lui. Di gran lunga è stata la mia lettura preferita del 2012.

E ora le nomination per la piccola e media editoria:

CATEGORIA - LIBRI PUBBLICATI DALLA MEDIA E PICCOLA EDITORIA
1)BRIANZA NIGHT BLUES - OMAR GATTI edito da La Ponga Edizioni
2)GIOIE E SAPORI - SERGIO ORICCI edito da I sognatori
3)GOBBI COME I PIRENEI - OTELLO MARCACCI edito da Neo.
4)I VERMI CONQUISTATORI - BRIAN KEENE edito da XII
5)IL DOMATORE DI RAGNI - MAURICE BERAUDY edito da Comunication project

AND THE WINNER IS...
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GOBBI COME I PIRENEI - OTELLO MARCACCI !!!

In questo caso la lotta per la vittoria finale è stata serratissima. Ero a un passo dal nominare due vincitori (l'altro era "Gioie e sapori" di Oricci), ma la bellissima storia di Marcacci ha finito col prevalere. Nel dubbio vi consiglio di leggerli entrambi così non sbagliate di sicuro.

Lasciamo il mondo della carta stampata per arrivare a quello delle macchine da presa. Quest'anno ho recensito 19 film belli e sottovalutati. Chi vincerà il prestigioso (?) premio?

CATEGORIA - GRANDI FILM SOTTOVALUTATI
1)127 ORE - DANNY BOYLE
2)BLOODY SUNDAY - PAUL GREENGRAS
3)HARD CANDY - DAVID SLADE
4)Pi GRECO IL TEOREMA DEL DELIRIO - DARREN ARONOFSKY
5)POLLO ALLE PRUGNE - MARJANE SATRAPI & VINCENT PARONNAUD

AND THE WINNER IS...
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HARD CANDY di DAVID SLADE!!!

Un film duro come l'argomento di cui parla (pedofilia). Se si ha il fegato per guardarlo non si potrà non notare la grande abilità dell'esordiente regista Slade e la bravura incommensurabile dell'eroina/antagonista, Ellen Page. Se ve la sentite guardatevelo assolutamente.

Bene, per quest'anno abbiamo finito. Spero di scrivere molte altre recensioni nel 2013, così nel prossimo dicembre potrò rifare questa buffonata che mi ha divertito tanto. E ricordate: SUPPORTATE SEMPRE LA FILMOGRAFIA E LA LETTERATURA DI QUALITA'! SALVIAMO QUEL POCO CHE RIMANE DI QUESTE DUE FANTASTICHE ARTI!
A presto!!!