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venerdì 31 gennaio 2014

L'INVERNO DI FRANKIE MACHINE - DON WISLOW

Scritto nel 2006. Pubblicato da Einaudi nel 2008

Dalla quarta di copertina: A sessant'anni e rotti, quando non è costretto a dedicarsi a uno dei suoi tre lavori - vendere esche dal suo capanno sul molo di San Diego, rifornire di pesce e tovaglie i ristoranti della zona, amministrare alcuni condomini - Frankie Machianno esce ancora a fare surf. Possibilmente all'Ora dei Gentiluomini, quando i giovani rampanti sono andati al lavoro lasciando le onde a chi può permettersi altri orari, cioè ai gentiluomini.
Ormai sono anni che ha cambiato vita. Ma quando un vecchio boss gli si presenta a chiedere un favore, Frankie Machine non può rifiutarglielo. Anche se questo significa ripiombare nel giro. 
Qualcuno dal suo lontano passato lo vuole morto. A pensarci bene la lista dei possibili candidati potrebbe essere lunghissima. Ma Frank ha le ore contate...

Banale, fin troppo scontato e a tratti parecchio confusionario. Questo romanzo di Wislow va a pescare nella già abusata corrente thriller che vede un "vecchio terribile" ormai in pensione che, suo malgrado, viene tirato in mezzo e deve farsi largo accumulando cadaveri fino all'immancabile twist finale. Frank Machianno, ex assassino della mafia italo-americana, preciso e letale come una macchina (da qui il soprannome "Machine"), ma in fondo di buon cuore è un personaggio trito che tenta disperatamente di accattivarsi la simpatia del lettore o almeno la sua empatia. Vedendo molte recensioni positive, credo che sia riuscito nel suo scopo, ma non ne capisco il motivo. "L'inverno di Frankie Machine" è divertente da leggere (malgrado la scontatezza e l'incoerenza di alcuni episodi), ma non è un buon romanzo. I personaggi secondari, oltre a essere stereotipati come il protagonista, sono descritti davvero male (cosa che mi ha molto sorpreso, visto che negli altri romanzi di Wislow questo non accade) e il finale è davvero pessimo sotto ogni punto di vista (ma questo è un viziaccio al quale lo scrittore americano ci aveva già abituati).
In definitiva, se siete fan di Wislow, leggervi questo romanzetto non vi farà male. Se volete leggere una sola opera di questo autore, vi consiglio di concentrarvi sul bellissimo: "Il potere del cane"... e di fermarvi a quello.

Dallo stesso autore: Il potere del caneI re del mondoLe belve

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martedì 21 gennaio 2014

LE BELVE - DON WISLOW

Pubblicato da Einaudi nel 2011

Dal risvolto di copertina: Ben e Chon sono amici per la pelle: un genio delle economie di scala e un prodigio di forza fisica e addestramento militare.
Diversi, complementari, accomunati dalla stessa filosofia - vivi e lascia vivere - condividono tutto, inclusa Ophelia, la ragazza dei loro sogni. In California hanno creato un piccolo regno coltivando e smerciando un prodotto speciale: la miglior marijuana degli Stati Uniti. Ora, però, la loro remunerativa attività è finita nel mirino dei cartelli messicani. Che hanno un modo tutto loro di comunicare le proprie intenzioni: spedire un video nel quale mostrano la sorte riservata a chiunque non si conformi alla loro volontà.
A Ben e Chon non restano che due alternative: incassare i dividendi e ritirarsi in buon ordine o accettare la sfida in campo aperto e prepararsi a una battaglia senza esclusione di colpi, nella quale a essere in gioco non sarà solamente la loro impresa commerciale, ma la loro stessa vita.

Ammettiamolo pure; il caro Don Wislow è un furbacchione. Uno di quegli artisti che trova una nicchia perfetta per loro e lì rimangono, senza sognarsi neppure di cercare nuove strade per poter ampliare il loro talento. E vi assicuro che questo scrittore di talento ne ha tanto.
Rimasi affascinato durante la lettura de: "Il potere del cane", uno dei migliori crime-thriller in cui mi sia mai imbattuto, stessa storia per questo "Le belve", dove si vedono per la prima volta in azione il riuscitissimo trio: Ben, Chon e O, protagonisti anche del prequel già recensito in questo blog: "I re del mondo". Il problema è che tutto sembra una minestra riscaldata.
Nulla da ridire da un punto di vista della qualità oggettiva. Il libro è adrenalinico, scritto bene, ricco di colpi di scena e di personaggi riusciti che rimangono in mente al lettore, ma da un autore dal talento indiscusso come Wislow è lecito aspettarsi qualcosa di più della solita guerra tra narcotrafficanti cattivi e americani alti, belli e coraggiosi. Capisco che la guerra della droga che insanguina le strade messicane e del sud degli stati uniti sia un argomento affascinante da affrontare per uno scrittore che trabocca thriller da ogni poro, ma non ci si può fermare a questo.
Consiglio comunque a chi voglia addentrarsi nella scoperta del violento mondo dello scrittore newyorkese d'origine e californiano di adozione, di iniziare con questo libro o con il prequel di questo: "I re del mondo" (o magari con un altro dei suoi lavori più conosciuti: "L'inverno di Frankie Machine" che io non ho ancora letto) e di lasciarsi "Il potere del cane" come ultima grandiosa portata di un ottimo narratore a cui però manca quel pizzico di coraggio per essere davvero grande.

PS: Nel 2012, Oliver Stone ha girato un film dal titolo omonimo tratto proprio da questo libro.

Dallo Stesso autore: Il potere del caneI re del mondoL'inverno di Frankie Machine.

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martedì 14 gennaio 2014

GRANDI FILM SOTTOVALUTATI (32) - L'UOMO CHE VENNE DALLA TERRA

L'UOMO CHE VENNE DALLA TERRA
Anno: 2007
Genere: Drammatico/Fantascienza
Provenienza: USA
Regia: Richard Shenckman

Il professore di storia, John Oldman (David Lee Smith) ha lasciato il lavoro ed è in procinto di partire. Alcuni suoi colleghi decidono di andare a casa sua per una sorta di festa d'addio a sorpresa. Alle continue richieste di spiegazioni sul perché di questo cambio di rotta dopo dieci anni di carriera universitaria, Oldman spiega di essere un uomo di Cro-Magnon che misteriosamente non può né invecchiare né morire e che nella sua millenaria vita ha conosciuto personaggi storici come Hammurabi,Cristoforo Colombo e Vincent Van Gogh . 
Il professor Oldman è un uomo primitivo immortale, un pazzo o solo un fantasioso burlone?

Questo film, girato con un budget da fame, sembra una sorta di rappresentazione teatrale piuttosto che una pellicola cinematografica. Girato quasi interamente in un interno spoglio e oscuro con attori che rimango statici per la maggior parte del tempo, il pericolo "noia" è sempre in agguato, ma non arriva mai. Merito di una sceneggiatura solida e dei dialoghi che rapiscono lo spettatore e lo portano a vivere un viaggio lungo quattordicimila anni.
Non sappiamo se il professore sia davvero un nostro antico antenato diventato immortale per qualche strano scherzo del destino, un pazzo mitomane o soltanto un burlone estremamente fantasioso, ma le sue parole risultano sempre più convincenti e finiamo per credergli. Perfino i suoi amici e colleghi, uomini di scienza e di ragione, tentennano davanti alla sua convinzione. Nel finale il mistero si risolverà (ovviamente non intendo dire in che modo) e quella forse risulterà essere la scena meno riuscita. A volte i film pretendono un finale aperto e la voglia di svelare l'arcano finisce per snaturarli, come in questo caso.
Toccanti e drammatici i ragionamenti inerenti la morte e la religione, sopratutto per il fatto che lo sceneggiatore, Jerome Bixby, ha scritto realmente gran parte di questo film in punto di morte e riesce a elicitare la paura (ma anche la speranza) per quest'ultima in una maniera davvero realistica, a volte quasi brutale.
In conclusione un film toccante, girato con pochi mezzi e con ancor meno soldi. A volte al cinema non si può né si deve chiedere di più. Consigliato.

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