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martedì 13 marzo 2012

GRANDI FILM SOTTOVALUTATI (8) - 442 IL GIOCO PIU' BELLO DEL MONDO

442 IL GIOCO PIU' BELLO DEL MONDO
Anno - 2006
Genere - Commedia/Sportivo
Provenienza - Italia
Regia - Michele Carrillo (Meglio di Maradona), Claudio Cupellini (La donna del Mister), Roan Johnson (Il terzo portiere), Francesco Lagi (Balandòr)

Film a episodi sul mondo del calcio, scritto dal Paolo Virzì (Ovosodo, Tutta la vita davanti) e diretto da registi vari. Pur amando e praticando sport, a me il calcio non piace granché, per questo ho sempre snobbato questo lungometraggio, che ha come live motive, proprio questa disciplina. Ho fatto male e ammetto il mio errore; 442 Il gioco più bello del mondo è una signora commedia velata da un sottilissimo strato di malinconia che non fa altro che accrescere il potenziale della pellicola. Tutti i quattro i segmenti sono validi, ben recitati e ben diretti (chi più chi meno) e mi sono divertito parecchio nella visione.
Ma andiamo con ordine

1) MEGLIO DI MARADONA: Antimo è un ragazzino della periferia napoletana ed è un vero asso nel calcio. Tuttavia la situazione di degrado in cui vive non gli permette sbocchi (ha addirittura abbandonato la scuola) e passa il tempo a bighellonare con i suoi due amici "Ercolino" e "Scheggia". A provare a farlo uscire da questa situazione ci pensa il suo allenatore Gaetano Lanzetta (Nino D'Angelo) che organizza un provino con un osservatore della Juventus. Il ragazzo viene selezionato ed entra nelle giovanili della squadra torinese, ma la vita "da caserma" che è costretto a vivere mette a dura prova il suo animo ribelle.
Davvero un bell'episodio quello diretto dal regista Carrillo che filma una Napoli disagiata ma non macchiettistica. Buona prova di tutti gli attori, il giovane Antimo (Alessandro Guasto) è perfetto e credibile nel ruolo, persino Nino D'Angelo offre una prova più che soddisfacente nei panni del Mister di borgata (magari San Gennaro, in quest'ultimo caso, ha compiuto il miracolo... mi informerò...) Finale simpaticissimo, e vagamente malinconico.

2) LA MOGLIE DEL MISTER: Francesca è una delle migliori giocatrici della Lazio, in corsa per lo scudetto del campionato femminile. Il suo problema sta nel carattere estremamente difficile. A causa di un alterco con un'altra compagna di squadra (sua fidanzata) viene punita e messa fuori rosa dal Mister Alberto. La ragazza per vendicarsi, inizia a fare delle avance a Laura, la fidanzata di Alberto appena trasferitasi dalla Puglia.
L'episodio gioca con il tema scottante (scottante per il pauroso cinema italiano "moderno")del lesbismo e lo fa in maniera più che dignitosa. Simpatici tutti i personaggi, Alberto: fissato con il calcio (la suoneria del suo cellulare è la musica di 90° minuto) e mammone fino al midollo, Laura: timida, introversa e succube della sua futura suocera che gliene farà passare di tutti i colori, Francesca: L'unica che dimostra di avere le palle (Avrà le palle ma è davvero bellissima). Il finale non è dei più esaltanti ma ci può stare. 

3) BALONDOR: Antonio Colnaghi (Un grandissimo Gigio Alberti) è uno scalcagnato osservatore di calcio che è riuscito a far entrare illegalmente in Italia un ragazzino africano con un talento incredibile per il calcio. Colnaghi riesce a procurargli un provino nel Milan ma, durante un controllo medico di routine, si scopre che il ragazzino ha una grave malformazione cardiaca che non gli permette di scendere in campo. L'uomo, ormai sull'astrico, è furente e il giovane africano scappa.
Questo segmento è praticamente retto dal solo Alberti (Mediterraneo) che veicola tutta la parte comica in un modo magistrale. Ma questo episodio ha una fortissima componente drammatica e vuole sopratutto far pensare. Quante volte sono accadute scene come queste? Quanti ragazzini extracomunitari sono venuti nel nostro paese con il sogno di sfondare nel mondo del calcio e poi si sono trovati soli in un mondo a loro sconosciuto? Non lo so, ma credo moltissimi. I
l regista comunque evita un finale drammatico che, in un film come questo, sarebbe stato inappropriato. Condivido, ma credo che l'idea di questo episodio debba essere sviluppata in un lungometraggio.

4) IL TERZO PORTIERE: Yuri Barzalli (Valerio Mastrandea) è stato un grande portiere del passato, ma ora, a trentasette anni suonati, si deve accontentare di essere il terzo portiere di una piccola squadra di C1 (Non la chiamerò mai LEGA PRO). Con pochi soldi risparmiati da giovane e ormai disilluso sul mondo dello sport decide, con altri due compagni, di far perdere l'ultima partita di campionato e di conseguenza la promozione in B alla sua squadra,così da fare una scommessa sicura e mettersi da parte un bel gruzzolo.
Considerando le attuali vicende giudiziarie, la storia di questo episodio non è campata per aria proprio per niente. Regia e cast fanno un buon lavoro (non esaltante) e, al momento della verità, c'è un certo pathos (anche se è facile prevedere il finale).

Insomma, per quel che mi riguarda il calcio non è neanche lontanamente il gioco più bello del mondo, ma questo film me l'ha reso un po' più simpatico.


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