I miti e le fiabe hanno toccato e toccano tuttora ogni angolo del mondo. Gli esempi sono innumerevoli: Esopo, i fratelli Grimm, Le mille e una notte, le fiabe giapponesi e cinesi, i racconti tramandati oralmente degli indiani americani. Solo per citarne alcune.

Sono fiabe semplici ma che nella semplicità hanno la loro forza, infatti scorrono molto bene e sanno dire parecchio sulle diverse colture africane.
Non diversamente dallo stile europeo, molti dei protagonisti sono animali antropomorfi che contengono il meglio e il peggio dell'animo umano: la lepre (furba), lo sciacallo (Imbroglione), la iena (debole e opportunista), il leone (forte e, a volte generoso), il serpente che incarna sia il bene che il male. Anche l'uomo è presente in diverse di queste storie, ma spesso è solo una pedina persa in un mondo (quello naturale) più forte, saggio e potente di lui.
Oltre che parlare del libro, vorrei soffermarmi sull'importanza che la fiaba (il mito, la leggenda e così via...) ha, o meglio, dovrebbe avere nella nostra società (e non mi riferisco solo ai bambini). Spesso, queste storie possono apparire datate e quasi involontariamente ridicole ai nostri occhi e alle nostre orecchie "moderne", però hanno la rara capacità di poterci catturare e portarci in un mondo, quello dei nostri antenati, che purtroppo (o per fortuna) non esiste più. Basta aprire i nostri cuori e zittire il cervello, corrotto (o educato) dalla cosiddetta civiltà moderna.
Abbiamo molto da imparare da queste storie che parlano del nostro passato meglio di un imponente libro di storia.
Non a caso, Mandela conclude la prefazione al libro con queste parole: Il mio desiderio è che in Africa la voce del cantastorie possa non morire mai, e che tutti i bambini africani abbiano la possibilità di sperimentare la magia dei libri senza smarrire mai la capacità di arricchire la loro dimora terrena con la magia delle storie.
Questo è un desiderio che io estenderei al mondo intero, perché un popolo che dimentica le proprie storie, è come un albero senza più radici.
Un albero destinato ad avvizzire e morire.
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