Anno: 2002
Genere: Drammatico/Storico
Provenienza: GB/ Irlanda
Regia: Paul Greengrass
STORIA VERA Il film, ripercorre i sanguinosi fatti avvenuti a Derry (Irlanda del nord) il 30 Gennaio 1972, quando un battaglione di paracadutisti dell'esercito inglese uccise quattordici irlandesi cattolici disarmati che manifestavano per i diritti civili. Altre dodici persone rimasero ferite.
Nessun soldato verrà mai punito per la strage.
Amnesty international dice, a proposito dei fatti accaduti nella scuola Diaz durante il G8 di Genova: La più grave soppressione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale. Non c'è dubbio che quei sanguinosi fatti siano stati di una gravità assoluta, sopratutto per un paese che dovrebbe essere civile. Ma l'irruzione alla Diaz non può vantare il discutibile primato che Amnesty gli conferisce... Prima viene Bloody Sunday. La domenica di sangue del 1972, in cui quattordici irlandesi vennero barbaramente massacrati dall'esercito britannico per la sola colpa di essere cattolici, di essere irlandesi, di vivere in Irlanda del nord e di pretendere i diritti civili.
Il film (diretto dall'inglesissimo Greengrass... è corretto specificarlo), girato in stile documentaristico, si dimostra estremamente ben realizzato. Non si limita a sottolineare la violenza spropositata di quelle assurde ore (cosa che comunque fa molto bene), bensì cerca di sottolineare la lotta di Ivan Cooper (uno straordinario James Nesbitt) attivista per i diritti civili nonché uno dei principali organizzatori della manifestazione. Grande risalto viene dato anche agli organi militari che, da spettatori passivi dell'evento, diventano gli spietati carnefici nelle concitate scene di guerra e infine di insabbiatori della verità.
Estremamente toccanti sono le scene dell'ospedale, dove vengono contati i morti e si capisce per la prima volta la gravità di quello che è successo.
Da applausi è infine la scena della conferenza stampa, dove un eccezionale Nesbitt parla indirettamente alla regina e a tutti i suoi sudditi, dicendo una grande verità: in quel giorno del 1972, l'IRA (un'organizzazione terroristica, ai tempi ancora non molto diffusa) ebbe la sua più grande vittoria. Non ci fu cattolico irlandese che non desiderò di entrare tra le sue fila, tanto che quest'ultima fece fatica ad assorbire tutti i volontari, rispolverando il vecchio ma attuale motto: violenza chiama violenza.
Molti altre morti succedettero alla Bloody sunday, tante morti irlandesi e tante altre inglesi. E tutto questo per cosa? Perché appunto violenza chiama violenza.
Questo magnifico film passò nel più completo disinteresse da parte delle sale cinematografiche italiane. Io vi consiglio di guardarlo, e di pensare... pensare... e ancora pensare.
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