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martedì 3 aprile 2012

GRANDI FILM SOTTOVALUTATI (10) - 127 ORE

127 ORE
Anno - 2010
Genere - Drammatico/Biografico
Provenienza - USA/GB
Regia - Danny Boyle

TRATTO DA UNA STORIA VERA: Aron Ralston è un alpinista americano che, in un incidente nelle montagne del deserto dello Utah, rimane con un braccio bloccato sotto a un masso. Passano le ore, poi i giorni mentre le scorte di cibo e acqua si assottigliano e con esse le speranze di essere salvato in tempo. 

Ok, questo non è esattamente uno di quei film sottovalutati o semisconosciuti di cui parlo di solito (sei nomination all'Oscar non sono uno scherzo), ma è un grande film e su questo non ci piove. A mio avviso rientra agevolmente nella top ten dei migliori film del primo decennio di questo nuovo millennio.
La vecchia storia dell'uomo contro la natura selvaggia e crudele è stata già toccata innumerevoli volte dal cinema (pensate a "Cast Away"). Il discorso non cambia se si tratta di storie basate su fatti realmente accaduti ("Alive - Sopravvissuti") ma mai si sono toccate delle vette artistiche ed emozionali così elevate.
Una menzione speciale la merita l'attore James Franco (Spiderman - Milk) che ha l'improbo il compito di reggere tutto il film sulle sue spalle. Compito eseguito alla grande. Ma è il regista Danny Boyle (Trainstopping - 28 giorni dopo) a farla da padrone.
Se Franco riesce a dare una credibilità stupefacente allo sventurato Ralston, Boyle mostra, senza risparmiarsi, immagini oniriche e weird che contribuiscono a catturare lo spettatore dandogli la sensazione di trovarsi lì, in quella stretta e paurosa fenditura nella roccia, affamato, assetato e sopratutto disperato.
Molto toccanti (a volte cinicamente simpatiche) sono le scene che Franco/Ralston riprende con la sua piccola videocamera: "Quando troverete il mio corpo, tenetevi pure la videocamera se vi piace, ma mandate il video ai miei genitori. Ve ne sarei davvero grato." Originale e degna di Boyle (lo dico come complimento) la scena dove il protagonista, ormai sicuro di morire, valuta se sia giusto o no masturbarsi in quelle circostanze.

La famosa scena finale merita un discorso a parte.
In questo caso mi trovo un po' in difficoltà a parlarne per paura di spoiler (Io sapevo benissimo cosa sarebbe successo, ma non vorrei rovinarvi la visione). Mi limiterò a dire che è davvero intensa e provoca un dolore (psicologico, ma non solo) che raramente mi è capitato di provare guardando un film. Probabilmente la sensazione è accresciuta dal fatto che si tratta di un film tratto da una storia vera.
In ogni caso, ai soggetti più sensibili ricordo che, durante alcune proiezioni al cinema, ci sono stati casi di svenimenti in sala e addirittura un attacco epilettico.

Concludo dicendo semplicemente che è un film che vi colpisce al cuore. Lo consiglio senza mezzi termini.

TRAILER

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1 commento:

  1. Concordo con te grande Feffo ma ho da ridire sulla genialità del regista: il pensiero "mi masturbo o non mi masturbo" dovrebbe essere stato un vero dubbio di Ralston e non un'aggiunta alla storia dettata dall'estro di Boyle. Come regia il film mi sembra ben fatta (per quanto ne possa sapere di regia), avendo letto il libro posso anche dire che Franco trasmette molto bene le emozioni provate da Ralston. Decisamente una grande storia la sua, ti consiglio di leggere il libro, per quel che mi riguarda è piaciuto molto più del film (e dire che ho visto prima il film e poi letto il libro). Unica nota negativa: le 2 ragazze della storia (non proprio bellissime nella realtà) sono state interpretate da 2 attrici decisamente più carine. Decisamente un peccato per un film che viaggia sulle emozioni e sulla psiche umana ma che ci vuoi fare?

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