Anno - 2008
Genere - Horror/Documentario
Provenienza - Australia
Regia - Joel Anderson
La sedicenne Alice Palmer (Il cognome è un chiarissimo riferimento alla Laura Palmer della serie "Twin Peaks") annega nelle acque del Lake Mungo in circostanze misteriose durante una vacanza con il fratello e i genitori. Dopo la sua morte, la famiglia inizia a percepire delle presenze inquietanti in casa. Come se non bastasse, in alcune foto e video sembra apparire il volto della ragazza annegata. Viene coinvolto anche Ray Kemeny, un sensitivo locale che tenta di far luce sul mistero. Con il passare dei mesi, i genitori di Alice scoprono dettagli che la loro figlia celava, tra cui un avvenimento oscuro e minaccioso che le capitò l'anno prima di morire, proprio sulle rive del Lake Mungo.
Quando si parla di film in stile falso-documentaristico, si possono facilmente snocciolare decine di titoli di bassa o bassissima qualità. La moda, dal 2000 in poi, (Dopo "The Blair witch project" per capirci) è di girare con la telecamera in spalla (o fissa su un treppiede), filmare qualcuno vestito da fantasma o demone a seconda dei casi, aggiungere qualche effetto speciale digitale (se il budget lo consente), far acquistare il tutto a una major e sperare in incassi portentosi nonostante la pochezza del girato (state pensando a Paranormal Activity? ...Anch'io).
Lake Mungo è diverso! Lake Mungo fa paura sul serio!
Non si tratta della classica paura da "balzo sulla sedia". Quel genere di terrore è capace di istillarla qualsiasi mediocre regista (ritorniamo a parlare di Paranormal Activity) e, in genere, è un'emozione acuta ma che scompare con la fine della visione.
La paura che si prova guardando questo film è quella che ti fa venire i brividi che corrono lungo la spina dorsale, che ti fa rizzare i peli delle braccia e, dopo aver spento il lettore, si fatica un po' a ritornare alla normalità (intendiamoci; io l'ho guardato da solo, a luci spente. Probabilmente in altre circostanze, la sensazione sarebbe molto meno accentuata).
Il film, che è strutturato come una lunga serie di interviste intervallate da foto e video amatoriali, si divide in tre tronconi principali: nel primo iniziamo a conoscere i Palmer, una famiglia sconvolta dal dolore per la perdita di Alice e sconcertata dal fatto che lo spirito della ragazza, sembra non riuscire a trovare la pace.
La seconda parte è una confutazione parziale della prima (questo è un bel elemento di originalità rispetto al genere "mockumentary"), inoltre vengono scoperti alcuni altarini di Alice che non starò qui a citarvi, ma che butteranno molta carne interessante sul fuoco.
Il terzo troncone è quello più genuinamente inquietante (e pauroso). Ho le mani legate perché non posso parlarne senza fare spoiler, ma posso dirvi che l'attenzione dello spettatore si mantiene viva fino all'ultimo secondo.
Buona opera prima per il regista australiano Joel Anderson che, senza bisogno di sangue o frattaglie varie, mette in scena un horror pauroso come non ne vedevo da tempo e con un ritmo che raramente si vede nei mockumentary (ok, me la faccio finita con Paranormal activity).
Lo spettatore non sa se empatizzare con la povera protagonista o avere paura di lei e, il dubbio che possa trattarsi di una storia vera si insinua svariate volte.
Certo, i fantasmi non esistono. Ma, sarà possibile che una volta tanto... ma no... oppure si?
Non un capolavoro, ma da vedere... rigorosamente da soli e a luci spente. Non scherzo, un film del genere può funzionare al 100% solo se lo spettatore è pronto a catapultarsi senza riserve dentro alla storia.
PS: Non esiste ancora una versione doppiata in italiano. Io l'ho scaricato in inglese sottotitolato (ottima qualità). Quando (e se) uscirà una versione italiana, comprerò il DVD originale, per ora bisogna piratare (in Italia neanche volendo si possono rispettare le regole... che paese!)
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