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sabato 7 giugno 2014

IL GRANDE INVERNO - GEORGE R.R. MARTIN

Scritto nel 1996, pubblicato in Italia da Mondadori nel 2000

(NB: Secondo libro della saga - Le cronache del ghiaccio e del fuoco - pericolo spoiler!)

Dalla quarta di copertina: Nella terra dove le stagioni possono durare intere generazioni divampa la guerra tra la bella e corrotta regina Cersei Lannister e i lord dei Sette Regni fedeli ai coraggiosi signori di Grande Inverno. Intanto, nelle grandi pianure orientali, la principessa Daenerys Targaryen, ultima discendente della dinastia del Drago, si prepara con i suoi poteri straordinari alla riconquista del regno dei suoi avi. Ma la vera minaccia sono gli Estranei che avanzano da nord, esseri misteriosi, per secoli ritenuti a torto frutto della fantasia. Odiano la vita, il calore, il fuoco, l'estate, perché essi sono la morte, il freddo, il ghiaccio e il gelido inverno. La fine della lunga estate è vicina, l'inverno sta arrivando e non durerà poco: solo un nuovo prodigio potrà squarciare le tenebre. Intrighi e rivalità, guerre e omicidi , amori e tradimenti, presagi e magie si intrecciano anche nel secondo romanzo della saga "Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco", avvincente e crudo come i più grandi poemi epici.

Secondo romanzo dell'edizione italiana, questo "Il grande inverno" non è altro che la seconda parte di "Games of thrones", scisso in due parti da noi per motivi squisitamente commerciali.
Va da se che quello che ho già detto per Il trono di spade vale anche per questa seconda parte. L'unica differenza è che cominciamo a conoscere meglio i personaggi (cosa non semplice, visto il loro considerevole numero) e la loro multisfaccettata psicologia. Inoltre, alcune morti eccellenti ci fanno capire che la penna di (quel ciccione sadico Cit.) Martin è davvero libera e che nessuno, nel mondo da lui creato, può dirsi al sicuro.
Sta proprio qui la bravura dello scrittore americano: far restare il lettore in uno stato di totale soggezione, riuscire a farlo davvero tremare per la sorte dei suoi idoli perché "Nel gioco del trono o si vince o si muore" e chiunque abbia incominciato a sfogliare queste pagine, o a vedere il telefilm tratto da esse, sa che questo motto non è composto da parole vuote.

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