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martedì 11 settembre 2012

GRANDI FILM SOTTOVALUTATI (17) - ACAB

ACAB - All Cops Are Bastards
Anno: 2012
Genere: Drammatico
Provenienza: Italia/Francia
Regia: Stefano Sollima

La complicata vita, privata e lavorativa, di quattro celerini romani alle prese con una città degradata e squallida, dove la verità e la giustizia non hanno un indirizzo certo.
Tratto dall'omonimo e già meraviglioso libro-inchiesta di Carlo Bonini.

Rabbia, tanta tanta rabbia in questo film di Sollima che descrive una Roma malata e violenta (e purtroppo reale, visto che molte delle vicende narrate provengono da veri fatti di cronaca). Quello che ho già detto per il libro vale anche per il film. 
La giustizia non è di questo mondo e la violenza rappresentata innesca una spirale senza fine dove tutti risultano sconfitti. Poco importa se si tratta di poliziotti, immigrati, fascisti, ultras o chiunque altro... Pedine, sono tutte pedine in una scacchiera più grande di loro e manovrata dalle vera forza del male, quella politica che, più di ogni altro, ha le mani macchiate di sangue e la coscienza uccisa dalla sete di potere.

Il film è uno spettacolo per gli occhi e tutto funziona a meraviglia. Uscito poco prima di DIAZ - Dont clean up this blood, questo ACAB lo supera sotto ogni frangente, sopratutto per quanto riguarda la recitazione (Comunque anche DIAZ è un bel film). Negro, Mazinga e Cobra, interpretati rispettivamente da Nigro, Giallini e Favino sono personaggi estremamente realistici e credibili in questo mondo che sembra ogni giorno più violento e grottesco. Il giovane celerino Adriano (un bravissimo Domenico Diele) riesce a incarnare benissimo la figura del coatto di strada che sotto sotto è rimasto un puro.

Alcune scene sono memorabili: L'iniziazione di Adriano, I delinquenti rumeni costretti dai protagonisti a ripulire il parchetto, la citofonata all'immigrato irregolare, il monologo di Cobra in tribunale, lo sfogo di Nigro davanti al parlamento ("Quando la gente vié qua che ve vole menà per tutti i soldi che je rubate, allora me ce volete qua sotto a paravve er culo!"), il pestaggio dei fasci, il finale (per quanto impossibile nella realtà) entrano nella mente dello spettatore per non uscirne più. Ed è giusto che non escano, la gente deve imparare a capire che nella vita non esiste soltanto il bianco e nero, c'è anche il grigio. Tante sfumature di grigio dove è impossibile capire chi sia dalla parte del bene. Sempre ammesso che il bene esista.

Alla sua uscita, il film incassò poco più di 5 milioni di Euro, rientrando per poco nelle spese. Molto male per quella che ritengo, la più intelligente pellicola drammatica italiana degli ultimi 10 anni.

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