L'ebook, dal curioso titolo: "Le invio un manoscritto, attendo contratto", non era altro che una lucida e tragicomica sfuriata verso i problemi che il mondo dell'editoria (sopratutto della piccola editoria) ha ormai da troppo tempo.
Vi rimando al link della recensione se volete saperne di più in merito e vi consiglio sopratutto di scaricare l'ebook in questione (trovate il link nella recensione), perché è davvero interessante.
Come mai sto qui a parlare di una recensione scritta quasi un anno fa? Beh, sopratutto perché in un anno sono cambiate molte cose, ma non i problemi che affliggono l'editoria italiana. In un momento storico in cui persino le major fanno fatica, le piccole e medie case editrici boccheggiano in attesa di tempi migliori e spesso sono costrette a chiudere i battenti. In un momento come questo, o si rimane immobili e si viene schiacciati, o si prova a inventare qualcosa e si tenta il classico balzo verso l'alto. Un balzo difficile, ma forse ancora possibile. Ed è qui che entra in scena Aldo.
Lui a chiudere o a boccheggiare non ci sta, e ha ideato un modo per tentare la scalata e ritagliarsi uno spazio maggiore nel complicato (grottesco?) mondo editoriale italiano.
Una factory editoriale.
E che diavolo è una factory editoriale?
Si tratta di un fortunato (spero e credo) incrocio tra una casa editrice tradizionale e una scuola di scrittura e un'associazione di autori. Per dirla in parole semplici: L'UNIONE FA LA FORZA!
Dal 27 aprile al 27 maggio sono aperte le iscrizioni per tentare di entrare a far parte stabilmente della vita e delle vicissitudini della casa editrice, aiutando gli altri autori e ricevendo aiuto dagli altri, sia da un punto di vista tecnico (trame, stili di scrittura ecc...), sia da un punto di vista logistico e più pragmatico (presentazioni, vendite ecc...). Per entrare a far parte di questa nuova realtà editoriale dovrete mandare alcuni vostri lavori (non più di 40.000 battute, spazi inclusi) e attendere la risposta di Moscatelli.
Per informazioni più dettagliate, leggere attentamente qui.
Io posso dire con un certo orgoglio di essere già dentro alla factory, grazie al mio racconto: "Un posto sporco, illuminato male" pubblicato nell'antologia: "Il cerchio capovolto Vol. 3", ovviamente targata "Sognatori".
Che altro dire... vi auguro un sincero in bocca al lupo e vi consiglio di prendere questo treno, o almeno tentare. Sappiamo tutti che spesso i treni italiani sono scomodi e lenti, ma l'eccezione che conferma la regola si trova sempre, basta avere la fortuna e la tenacia di trovarla.
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